sabato 4 giugno 2011

Itinerario 1 (Grottaccia - Canfaito - Grottaccia)

Questo che vado a descrivere è un bel giro allenante per chi deve affrontare una gran fondo stile marathon o anche semplicemente per chi ama salite sterrate ed ha piacere di immergersi nel verde dei nostri monti fino a godere di stupendi panorami. Si parte dalla frazione di Grottaccia dove si può lasciare l'auto tranquillamente nel parcheggio antistante il Bar "La Sosta". Si prende subito l'asfalto in direzione di Avenale, dopo circa 800 metri si devia a sinistra in direzione San Severino Marche e si imbocca la stupenda Valle del Rio Lacque. Tale Valle prende il nome dal Torrente Rudielle che l'attraversa, ed il toponimo Lacque altro non è che la definizione dialettale del vocabolo "Acque". Questo sta a significare che questa stretta vallata che potremmo definire più una gola, è da sempre rinomata e ricca di acque oltre che di grotte e ripari naturali, caratteristiche queste che fin dalla preistoria han fatto si che l'uomo vi dimorasse come testimoniano i numerosi rinvenimenti ultimo dei quali quello avvenuto in località Baracche proprio all'inizio della Valle dove sono stati rinvenuti manufatti in selce ed un osso fossile di un puledro di asino datati al C14 a circa 18000 anni fà. Lo stesso Orazio Avicenna (1586-1650) pseudonimo sotto il quale si celava Raimondo Silvestri illustre esponente di una nobile famiglia cingolana, definisce questa valle ricca di "Spechi et antri dall'alto dei quali domina l'Avvoltoio Grifone e nelle limpide acque del torrente nuota la Lontra". Oggi purtroppo dell'avvoltoio grifone non rimane che il ricordo nella accezione dialettale locale "cellu grifò" che si dice ad una persona spettinata proprio perchè l'avvoltoio grifone aveva come caratteristica quella di avere un ciuffo in testa, neppure la lontra esiste più in questa stupenda valle oggi devastata dalle attività estrattive. In compenso la fauna si è arricchita di Poiane, Daini, Cinghiali e Lupi. Qui sotto alcune istantanee della parte iniziale della Valle.


Altimetria del percorso

Planimetria del percorso
  Qui a sinistra la planimetria da Google Earth del percorso che si va a fare.



Qui a fianco siamo vicino il vecchio acquedotto poco prima dell'inizio della gola  vera e propria che possiamo dire inizia cento metri prima della chiesetta di Santa Maria dell'Ospedale.
Qui a sinistra una delle prime cave di calcare che stanno massacrando questa stupenda vallata ricca di acqua e vegetazione.












Questa stretta gola ancora oggi custodisce alcune testimonianze storico religiose come La Grotta di Santa Sperandia, dove visse da eremita Santa Sperandia nei primi anni del 1200,

Chiesetta di Santa Sperandia e l'omonima grotta

oppure l'eremo di San Michele Arcangelo etc etc. Ma torniamo alla pedalata, per uscire da questa Gola immersa nel verde a tratti deturpato da mostruose attività estrattive, dovremo percorrere circa 9 km per 200 metri circa di dislivello, tutti asfaltati, fino ad arrivare all'incrocio con la strada statale 502. A questo punto prenderemo la Statale a sinistra scendendo in direzione di San Severino Marche, dopo 1.5 km di discesa asfaltata arriveremo ad un piccolo gruppo di case dove prenderemo una strada asfaltata a destra tra due abitazioni dove la segnaletica indica località Collicelli.
Qui si inizia a salire, la strada è comunale, asfaltata ma piacevole da pedalare anche se la salita è tostarella, si arriva al paesino di Collicelli e poi a quello di Agello, tutto intorno verdi colline in parte coltivate ed in parte boschive, un silenzio ci accompagna mentre saliamo in direzione del Castello di Aliforni, stupendi casali rustici perfettamente ristrutturati allietano la nostra vista.
Rocca di Aliforni
Arrivati al castello di Aliforni, piccolo borgo stupendamente recuperato in territorio sanseverinate risalente al XII secolo, si scende verso la Provinciale in direzione della frazione di Corsciano dove troviamo anche un bar per un eventuale rifornimento, fin qui abbiamo percorso circa 14 km. Dopo altri due km, arriviamo al bivio per Valdiola, qui prendiamo a sinistra verso il piccolo borgo di Chigiano, subito si inizia a salire, ancora su asfalto ma per poco, un breve strappo con pendenza anche del 20% ci porta in questo piccolo borgo in fase di ristrutturazione. Chigiano, è un borgo medievale a 600 metri circa di altitudine. Un agglomerato di case in pietra, viottoli, scale, sottopassi, reso omogeneo ed ammorbidito dal tenue colore rosa della pietra locale. Il nome di Chigiano figura in molti documenti pergamenacei del sec XV, ma la nascita del Borgo risale a qualche secolo prima, fin dal secolo IX infatti i monaci benedettini avevano scelto le valli del comprensorio del Monte San Vicino per svolgere la loro opera di preghiera e di lavoro.


una delle abiazioni del piccolo borgo

Agglomerato di abitazioni di Chigiano

Una delle viuzze di Chigiano

Elemento architettonico


Attraversato il piccolo borgo, si svolta a sinistra con la schiena piegata in due per lo sforzo fatto superando lo strappo di oltre il 20% di pendenza. Qui la strada diventa bianca e scende addentrandosi dentro la cosiddetta Valdiola, un tratto in discesa poi un falsopiano finchè al 18mo kilometro non svoltiamo a destra per iniziare la salita sterrata che ci porterà a Canfaito.

Strada per Valdiola

Si inizia a salire verso Canfaito




Bivio dove si inizia a salire sulla destra

Da questo momento inizia una salita sterrata a tratti molto impegnativa di circa 5.5 km, immersa nel verde che nell'ultimo tratto si aprirà su un panorama stupendo. Questa salita oltre che presentare alcuni tratti di sterrato smosso, presenta una pendenza piuttosto impegnativa con punte al 20%, 15%, 11% etc etc. In questo sottobosco non è infrequente fare incontri con scoiattoli, donnole, cinghiali o daini. Si passa dai circa 540 metri sul livello del mare nel bivio all'inizio della salita fino ad arrivare ai 1080 metri sul livello del mare della sommità.
Una volta giunti ai Piani di Canfaito ci si ferma un attimo per respirare ed ammirare lo stupendo panorama che nei giorni di cielo limpido ci mostra il lago di Castreccioni, i Sibillini, Elcito, Cingoli e la vallata maceratese.

Quasi siamo a Canfaito e sullo sfondo il lago di Castreccioni















A questo punto si pedala ammirando un paesaggio che si direbbe appartenere ad altre regioni d'Italia, pascoli verdi in quota, mucche che indisturbate brucano l'erba, un bosco di Faggi Secolari, un bosco che a causa della chioma enorme di questi Faggi, non vede quasi mai la luce del sole. Alcuni di questi enormi Faggi sembrano delle sculture, insomma un paesaggio incantato dove un tempo forse nell'immaginario collettivo abitavano fate, gnomi e folletti.

Faggio secolare

Entrando nel bosco di Faggi si fa buio

 In autunno questi boschi si popolano all'alba di cercatori di funghi che battono palmo a palmo la fitta macchia alberata.


Dopo circa 2,5 km sui Piani di Canfaito in mezzo a questi boschi di Faggi secolari, riprendiamo la strada asfaltata ed iniziamo una discesa con alcuni tornanti che ci porterà ad Elcito, un caratteristico borgo medievale intatto come un tempo, arroccato su un dirupo roccioso ad 821 metri sul livello del mare alle falde del Monte San Vicino.


Elcito visto dalla sua periferia





Elcito visto dalla pietra spaccata

 

Scalinata che porta alla piazzetta

Qui ad Elcito vi è una fonte di acqua fresca che sicuramente fa comodo dopo il salitone sterrato che ci ha portato a Canfaito, possiamo rifocillarci se abbiamo una barretta o una banana dietro e dissetarci alla fonte nonchè farci un giretto per i viottoli di questo antico borgo un tempo Castello che ancora oggi ha qualcosa di magico. Dopo aver scattato qualche foto e esserci ritemprati facendo godere anche la vista, usciamo dall'arco che si vede nella foto sopra, praticamente dietro la chiesetta dedicata a San Rocco sita nella piazzetta, qui prendiamo una mulattiera sterrata con fondo sassoso, fatto anche di pietre a volte taglienti. Un sentiero tutto in discesa che ci porterà dopo oltre 4.5 km nel fondovalle ricongiungendoci con la strada asfaltata Provinciale nei pressi del cimitero di Isola.  Qui sotto il paesino di Elcito fotografato dal sentiero che si prende in discesa per arrivare a fondovalle.
Arrivati alla strada asfaltata, avremo percorso ben 35.5 km, ci dirigeremo a destra dove dopo un paio di km raggiungeremo di nuovo la frazione di Corsciano superando un piccolo strappo. Attraversata questa località, dopo meno di un kilometro a sinistra prenderemo una salita asfaltata che ci porterà alle falde del castello di Aliforni, è una salita di circa 300/350 metri con un paio di tornanti, con pendenza intorno al 10% appena in cima potremo respirare e pedalare per un paio di km in falsopiano in direzione del paesino di Agello prima e Collicelli poi.
Qui è molto piacevole pedalare perchè in parte la stanchezza è mitigata dal fatto che ormai siamo ad una 15ina di chilometri da casa, in parte per il fatto che il falsopiano è gradevole e non ha dislivello cattivo, in parte perchè alzando lo sguardo le verdi colline e montagne che ci circondano ci fanno dimenticare la fatica. Nell'ultimo tratto in discesa prima di incrociare la Statale 502 dobbiamo fare attenzione a non fare un frontale con qualche autovettura che viene in direzione opposta la quale non avvezza a gran traffico potrebbe occupare un pò più della mezzeria di sua spettanza. Arrivati alla SS 502 si risale per un paio di km passando sotto l'antico abitato di Serralta (Castrum Seraltae), questa salita asfaltata che all'andata abbiamo percorso in discesa, non è difficile, ha una pendenza del 6/7% costante. Finalmente arriviamo al bivio della Valle del Rio Lacque e qui mancano 9 km alla base. Ormai ci attende tutta discesa asfaltata che si immerge in questa gola bella anche se deturpata dalla mano dell'uomo. Lo strappo della chiesetta di Santa Maria dell'Ospedale in tutto 300 metri scarsi all'11% di pendenza rappresenta l'ultimo ostacolo per le nostre gambe, superato il quale abbiamo un paio di km in falsopiano prima di rientrare alla base.